Negli ultimi giorni è finito sotto i riflettori un argomento di grande interesse: la pessima gestione dei fondi nazionali destinati all’attrezzaggio delle terapie intensive. Parliamo di un lotto di circa duemila respiratori polmonari rispediti a magazzino di provenienza. Distribuiti tra Piemonte, Liguria e Lombardia, sono stati ritenuti inadeguati al trattamento di infezioni polmonari da Covid-19.
Se consideriamo che il prezzo di ciascun respiratore si aggira intorno ai 10.000€ stiamo parlando di un investimento infruttuoso di ben 20.000.000€!
A farsi carico della spesa, Stato e cittadini! La regione Piemonte ha recentemente avanzato richiesta di non ricevere detrazioni per il valore dei respiratori dalla somma pattuita far fronte alla crisi sanitaria.
Qual è il vero problema?
Intervenuto alla trasmissione Mediaset “Fuori dal coro”, il Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive del Piemonte si è addentrato nel merito del problema. Gli apparecchi, ritenuti di modesta qualità, recherebbero al paziente eccessiva ventilazione. Si finirebbe quindi così per curare una bronco-embolia alla stregua di una polmonite interstiziale, amplificando i danni.
Chi è il vero responsabile?
Difficile non puntare il dito sull’ex Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. Dai banchi a rotelle fuori norma e a rischio incendio, alle mascherine pannolone distribuite nelle scuole, ha arrecato un danno alle tasche dei cittadini nell’ordine delle decine di milioni di euro. Sembra che nessuno abbia battuto ciglio sull’eredità del commissario. Ma i dissesti finanziari sono sotto gli occhi di tutti e diverse rogne sono ancora ben lungi dall’essere risolte.
L’emergenza sanitaria in corso avrebbe lasciato strascichi di natura economica prolungati nel tempo anche se la crisi fosse stata gestita in maniera impeccabile. Ma con una conduzione commissariale così lacunosa c’è da scommettere che lo scotto da pagare sarà ben maggiore del previsto.