La situazione d’emergenza provocata dalla pandemia, al netto di una prospettiva in cui fosse normale attendersi un enorme aumento di accessi da parte dei pazienti in tutti i reparti rispetto a qualsiasi anno standard, ne ha invece fatto registrare una diminuzione globale.
A partire da marzo 2020 c’è stato un crollo dei test di screening per patologie anche innocue. A ciò si aggiunge un calo accertato degli interventi ambulatoriali di lieve-media entità. Nell’ottica di questa valutazione ci siamo chiesti se tali effetti abbiano avuto conseguenze sulla qualità e sulla quantità dei casi giunti all’attenzione delle istituzioni medico legali che si occupassero di responsabilità medica in ambito civilistico e penalistico.
Uno studio di Matteo Nioi, medico legale docente all’Università di Cagliari che ricopre il ruolo di Editorial Board Member della rivista internazionale Signa Vitae, ha eseguito un confronto tra casi di accertata responsabilità medica del 2019 (159) contro i casi del 2020 (130), su una struttura campione. Lo studio, pubblicato sulla rivista Lancet, ha riguardato non soggetti, bensì categorie, in modo da anonimizzare il più possibile i dati.
Per infezioni nosocomiali e diagnosi errate i casi sono diminuiti da 63 a 40. Per errori in procedure chirurgiche i casi sono calati da 61 a 45. Ad aumentare sono stati i casi di responsabilità accertata per ritardi (20 nel 2019 contro 25 nel 2020). Così come quelli per mancanza di supporto e assistenza (15 nel 2019 contro 20 nel 2020). Tra i casi in aumento la maggior parte sono imputabili a difficoltà nell’eseguire diagnosi tempestive del Covid-19 e nel sistemare i pazienti nei giusti reparti.
Lo studio fa riferimento ad un paziente deceduto per dissezione aortica in un reparto Covid. Tra gli altri casi in aumento quelli provocati dalla mancata disinfezione degli ambienti ospedalieri e delle sale operatorie. E le iniziali incertezze sulle procedure da seguire? Tentennamenti che hanno esposto i pazienti non malati di Covid a ritardi che sono risultati fatali. Gli stessi malati di Covid hanno sperimentato morti che forse sarebbero potute essere evitate.
Per l’intensificazione delle misure di restrizione si è ridotto da 6 a 2 il dato riguardante i pazienti non autonomi che avrebbero prematuramente lasciato il reparto. È raddoppiato però il dato riguardante i pazienti deceduti per erronea supervisione medica.
Concluderei questa breve disamina statistica col caso delle piaghe da decubito. C’è stato un aumento esponenziale (da 0 a 6 casi) di denunce di casi di lesioni provocate dalle mancanze del personale sanitario che, preoccupato per la propria incolumità, non forniva le giuste cure ai pazienti infermi non compiendo le dovute manovre per impedire il generarsi delle abrasioni. Il piccolo ma significativo campione a disposizione evidenzia anche un caso di suicidio.
Il calo di casi accertati di responsabilità medica è un dato che va letto con attenzione. Come hai potuto vedere, ha messo in luce alcune falle del nostro sistema sanitario nascondendone bene altre. Non è tutto oro quello che luccica.