Euromomo è un’attività europea di monitoraggio della mortalità, che si prefigge l’obiettivo di rilevare e misurare i decessi in eccesso legati all’influenza stagionale, alle pandemie e ad altre minacce per la salute pubblica. Quest’ente ha recentemente pubblicato un bollettino sulla mortalità dell’ultimo triennio in 19 paesi europei attingendo, per la reportistica italiana, a fonte Istat.
Come puoi constatare nella foto che segue, nel 2020, anno di inizio della pandemia, i dati ufficiali acclarano che in Europa non è stato notificato alcun aumento della mortalità per la fascia che coinvolge i cittadini dai 15 ai 44 anni. Nel 2021 invece, primo anno di campagna vaccinale, nella stessa fascia d’età è possibile riscontrare un aumento di decessi senza precedenti.
Analizzando meglio il grafico, noterai una crescita esponenziale del dato relativo alla mortalità per il periodo aprile – settembre 2021, in netta controtendenza con le medie dell’ultimo decennio. Aspettarsi un commento a questi dati ufficiali da parte dall’Agenzia Italiana del Farmaco o, ma forse è chiedere troppo, dell’Istituto Superiore di Sanità sarebbe prassi in un contesto di trasparenza comunicativa nel quale è evidente che non viviamo.
Quali sarebbero le cause di queste morti? È possibile ipotizzare che i soggetti appartenenti a questa fascia d’età siano nel pieno delle forze, mediamente in salute e difficilmente inclini ad incorrere in eventi trombotici, collassi cardiaci, o embolie.
Un controllo incrociato di dati tra soggetti deceduti e soggetti aderenti alla campagna vaccinale non sarebbe che un semplice e dovuto contributo alla scienza. Altrimenti escludere o meno correlazioni sarà sempre più esercizio di libera interpretazione da parte dei non addetti ai lavori. Eliminare le zone d’ombra di tutta questa faccenda dovrebbe essere prioritario per le istituzioni ma, a quanto pare, una notizia del genere può circolare senza generare clamore. E fare luce in questo buio diventa sempre più complicato…