Ricordi il mio articolo sulla salute personale affidata alle app e sul predominio che i colossi tech eserciteranno di qui a poco sulla sfera sanitaria (https://www.malasanitarisarcimentofacile.it/2022/01/15/big-data-e-assistenza-medica-uno-sguardo-al-futuro/)? La rubrica “Notizie da un futuro distopico” si arricchisce di un nuovo capitolo grazie ad uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communications”.
Si è diffusa qualche giorno fa la notizia che i ricercatori dell’Università di Stanford abbiano progettato e sviluppato un millirobot anfibio per terapie di precisione. Stiamo parlando di robot di dimensioni irrisorie dalla struttura pieghevole che, ingeriti, riuscirebbero, servendosi di forze magnetiche, a muoversi liberamente all’interno del corpo umano. L’obiettivo? Rilasciare i farmaci direttamente presso la zona interessata amplificandone effetti e benefici e moltiplicando le possibilità di successo della terapia.
Secondo gli studiosi, il robot in questione non solo potrebbe rivoluzionare il modo di prestare cure, ma anche quello di realizzare diagnosi accurate. Come? Trasportando strumenti e micro-camere, nuotando nel sangue e arrampicandosi sulla superficie degli organi in completa autonomia.
Ruike Renee Zhao, uno degli scienziati impegnati nel progetto, ha dichiarato che “…il design del dispositivo crea una pressione negativa all’interno del robot per il nuoto veloce e nel frattempo permette anche l’aspirazione per il ritiro e il trasporto del carico. Abbiamo sfruttato appieno le caratteristiche geometriche di questo piccolo robot e abbiamo esplorato ogni conformazione in modo che rispondesse a diverse funzioni”.
Breve considerazione personale: per lasciare a cuor leggero che un corpo estraneo trasporti a piede libero carichi di sostanze all’interno del proprio corpo (con il rischio di poter disperdere i medicinali in zone diverse da quelle per cui sono destinati arrecando così danni incalcolabili…), bisognerebbe avere cieca fiducia nella fase di sperimentazione del macchinario. Il futuro di cui parlo non è poi così lontano. Se necessario, ci ritorneremo…