Negli scorsi giorni si è parlato tanto della necessità di riconsiderare i morti di Covid alla luce di un nuovo, inquietante, aspetto su cui ha posto l’accento un report dell’European Center for Disease Prevention and Control (ECDC). Ho già avuto modo di dire la mia, chi mi segue su Facebook sa di cosa parlo. Ma lo spazio concesso dai social non è sufficientemente esaustivo per sviscerare un tema così complesso, quindi ci ritorno volentieri qui, apportando studi, statistiche e il contributo di qualche opinione illustre.
L’Italia è al secondo posto in Europa per decessi causati da batteri resistenti agli antibiotici! Ogni anno si registrano 19 morti ogni 100.000 abitanti! In questa speciale classifica siamo secondi solo alla Grecia, che ne conta 20.
Il dato europeo si assesta sulle 33.000 unità, un numero impressionante di decessi verificatosi a causa di infezioni legate a batteri resistenti agli antibiotici. Secondo un rapporto del Ministero della Salute, nel mondo nel 2019 sono stati ratificati quasi 5 milioni di decessi associabili all’antibiotico-resistenza.
Intendiamoci, uno score del genere è paragonabile a quello di altre grandi malattie del nostro tempo e del passato come l’AIDS e la tubercolosi.
Il danno sanitario provocato da queste infezioni è elevatissimo, e si è acuito in epoca Covid.
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, intervenuto a Radio Radio ha sottolineato la rilevanza e l’impellenza della questione.
“Va rivista la concezione della mortalità ai tempi del Covid, perché c’è stata una pandemia silenziosa, quella provocata dai batteri resistenti agli antibiotici. Così come è esistito un piano segreto anti-Covid mai attuato è esistito un piano anti-batteri resistenti agli antibiotici che non ha mai visto la luce. C’è il sospetto, analizzando i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, che il 40% delle morti etichettate come morti Covid siano in realtà causate da batteri contratti in ospedale e le istituzioni sanitarie ne sono a conoscenza!”
L’antibiotico-resistenza è una minaccia per la salute pubblica! E le nostre strutture sanitarie pullulano di Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e Klebsiella pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione!
Nel post Facebook ho invitato tutti i miei lettori ad una riflessione: cure e consulti medici tempestivi possono scongiurare il ricovero ospedaliero, a meno che questo non sia inevitabile.
La strategia “Tachipirina e vigile attesa” propagandata a gran voce dall’ex ministro Speranza non ha fatto altro che arrecare peggioramenti dello stato di salute dei cittadini aumentando esponenzialmente il numero di ospedalizzazioni. A spingerci nella fossa dei leoni sono stati proprio coloro che avrebbero dovuto guidarci verso un porto sicuro!
E non ne risponderanno mai abbastanza…