La deriva di sorveglianza e controllo di foucaultiana memoria che stiamo vivendo con la digitalizzazione, potrebbe ben presto riguardare anche la sfera nostra salute. In un’epoca in cui possedere un’enorme mole di dati è sinonimo di ricchezza, i colossi tech come Amazon e Google stanno già allungando i tentacoli sulle nostre cartelle cliniche. Dalle abitudini di consumo alla conoscenza delle condizioni del fegato o della predisposizione a malattie cardiovascolari, il passo è breve.
La recente pandemia può aver dato inizio ad un processo di colonizzazione della sfera medica. E lo ha fatto in favore di chi, oggi, di noi sa quasi già tutto. Durante il periodo di lockdown, l’attenzione alla salute è diventata per molti ossessione. E questo si è tradotto in miliardi di interrogazioni ai motori di ricerca sul tema medico. Cura del proprio benessere psicofisico, quindi allenamenti casalinghi con la regia di app o di piattaforme video, con smartwatch pronti a riportare tutte le info relative a battito cardiaco, massa grassa, consumo di calorie, numero di passi giornalieri, etc.
I grandi player tecnologici mondiali collezionano nozioni sul corredo biologico di centinaia di milioni di utenti. Queste vengono processate e combinate con i dati riguardanti le abitudini relative all’alimentazione o all’attività fisica. Se ne ricavano conoscenze tali da migliorare le profilazione dei bisogni di ciascuno.
Provvedo a fornire qualche esempio.
Amazon Comprehend Medical, un programma capace di indurre gli utenti a registrarsi fornendo specifiche su analisi, medicinali assunti, esami clinici, note mediche, etc. con il fine di ottenere da un algoritmo una diagnosi con annessa cura delle proprie patologie o disturbi.
Calico, l’app di Google che in base alla scansione di alcuni parametri è in grado di fornire un dossier sull’invecchiamento biologico dell’utente, dispensando consigli sulle abitudini da seguire per scongiurare un deterioramento biologico precoce.
Health Kit, la piattaforma di Apple specializzata nella condivisione di medical data, non tra pazienti ma tra ospedali. Esperimento che ha destato parecchio scalpore negli Stati Uniti, giacchè tutto ciò sarebbe avvenuto all’insaputa sia dei pazienti, sia dei medici.
Immaginiamo di arrivare al punto di sostituire il medico di base con un’app sul cellulare. Credi davvero possa andare meglio di così ?