L’incontrollato aumento dei prezzi del gas e delle materie prime aggravato dal recente conflitto in Ucraina comincia a preoccupare e a interessare anche quello che è uno dei nostri settori notoriamente più falcidiati.
Quanto può il rincaro energia scalfire il Sistema Sanitario Nazionale?
Secondo le previsioni del direttore di Assosistema Confindustria Matteo Nevi, sono circa 110.000 i posti letto in tutta Italia che potrebbero presto essere fuori uso. Il motivo è individuabile nelle enormi difficoltà riscontrate nel sostenere i rincari da parte delle aziende che forniscono servizi essenziali al settore sanitario, pubblico quanto privato.
Previste dunque complicanze per il noleggio e la sanificazione della biancheria, delle divise e dei kit per le sale operatorie, e per la fornitura di protezioni per gli operatori sanitari. Il trend pandemico sul calo degli interventi chirurgici potrebbe consolidarsi in questo inizio 2022 a causa di aumenti (in alcuni casi, come in quello del gas, di oltre il 1000% rispetto al 2019) che stanno lentamente mettendo in ginocchio comparti satellite fondamentali per la garanzia di un corretto assistenzialismo.
Ed ecco che, per la prima volta dopo svariati decenni, tornano in auge temi come il razionamento delle risorse e delle materie prime, messi in discussione da approvvigionamenti sempre più problematici con tempistiche spesso imprevedibili.
In sede di conferenza Nevi ha auspicato un intervento immediato da parte del Ministero della Salute per salvaguardare il servizio pubblico legato al settore ospedaliero (parallelamente al settore ospedaliero stesso). Ai piani alti però sembrerebbero interessati a destinare attenzioni, energie e risorse altrove, ma di questo parleremo più approfonditamente nel prossimo articolo.